Ecco la scena che ha intrattenuto Istanbul tra ieri e oggi, per le sue scivolose strade in cui la neve continua a cadere copiosa. Una persona cade rovinosamente a terra, si fa una risata, si rialza e guarda il cielo, poi esclama in turco: "Kar!" - ovvero - "Neve!" con una faccia così, e se la ride proprio di gusto. La neve regala a piene mani endorfine e stupore, a tutti.
L'umore è alle stelle, anche se la città è un totale casino. I taxi sono in fibrillazione e i mezzi pubblici in subbuglio. Ma chissenefrega! E' tutto talmente stupendo che ci facciamo andar bene anche i più temili disguidi urbani. Passeggiamo, scivoliamo e sorridiamo.
E' buffo perché nessuno è davvero attrezzato per questo freddo siberiano, a dir poco inconsueto. La notizia è di oggi: da più di trent'anni non scendeva una neve così. Che qui non siano abituati al freddo, poi, lo si capisce subito, basta dare un'occhiata in giro. Da cosa lo si capisce? Beh, da due cose.
Primo, perché la gente si mette addosso qualsiasi cosa. Outfit allegramente improvvisati, imbacuccamenti estremi e improbabili (me inclusa, che oggi sembravo una Matrioska) scaldamuscoli colorati, sciarpone della nonna, multicappelli, perfino buste di plastica ai piedi. Niente guanti. Oggi gli Istanbullers hanno davvero dato il meglio di sé!
Secondo, perché i negozi che vendono roba invernale sono stati letteralmente presi d'assalto, e gli ambulanti che vendono guanti e cappello hanno invaso ogni angolo della città, facendo affari d'oro. Il senso per gli affari dei turchi mi lascia sempre senza parole. Si vede che sono dei commercianti da generazioni. Gli unici a esser già vestiti di tutto punto erano i bambini.
Altra cosa bellissima: ci sono in giro migliaia di fotografi con lenti da paparazzo, appollaiati sui terrazzi, sulle piglie e i paracarri...sotto la neve come pupazzi per ore, alla ricerca dello scatto perfetto. Organizzatissimi tra l'altro! Baracchino con il chay caldo e bustine di plastica sugli obiettivi fotografici per proteggerli dalla neve. Mitici.
Lui, che cosa voleva fotografare, chi aspettava? Attendeva pazientemente Mr. Red Tram. Più fotografato di una rock star in questi giorni. Beh, mi sono messa ad attenderlo lì anch'io, et voilà il magico scatto. Una cartolina, praticamente!
Mister Red Tram
E a questo punto mi sono fatta prendere dall'emozione. Perché eravamo tutti parte di qualcosa di bello, tutti insieme, anche se ognuno lo viveva a modo suo. Era come essere sul set di uno strano film dalla trama confusa e romantica, a cavallo tra Oriente e Occidente, in un tempo difficile da individuare...
E ora spero (tanto tanto tanto) che continui a nevicare!
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