Quando qui a Istanbul si mette a piovere sul serio non c'è ombrello che tenga. Quegli ombrellini trasparenti che si vendono in giro, il vento se li rivolta come calzini. Proprio come l'altro giorno, quando dopo una tempesta di vento il cielo s'è fatto plumbeo, e si è messo a diluviare.
In un attimo le strade di Istanbul si sono trasformate in piccoli bazar improvvisati, dove a un angolo c'era chi comprava un ombrello da un venditore, spuntato dal nulla, e poco più in là si era già formato un mucchio di quegli stessi ombrellini trasparenti, sventrati dal vento.
In un attimo le strade di Istanbul si sono trasformate in piccoli bazar improvvisati, dove a un angolo c'era chi comprava un ombrello da un venditore, spuntato dal nulla, e poco più in là si era già formato un mucchio di quegli stessi ombrellini trasparenti, sventrati dal vento.
Un piccolo cimitero urbano di ombrelli accatastati, sdentati, sfasciati, che non hanno resistito alla potenza delle intemperie. Di tutti i colori, uno sull'altro, stretti stretti, come a farsi compagnia.
Spinti dal vento rotolavano per la via e a volte si incontravano con gli altri ombrelli loro simili ancora sani, colorati, invenduti. Ancora protetti.
Il prezzo degli ombrelli è fisso: 5 TL. Circa una 1 TL al minuto. Perché con un vento così nessuno dura più di 5 minuti. Appena il tempo di raggiungere il tram e saltarci su al volo, per mettersi al riparo.
Qui siamo in Istiklal Caddesi, la grande e inconfondibile via pedonale del centro. Arriva il Mini Çöp, camioncino elettrico della nettezza urbana, pieno zeppo di ombrelli rotti, sembra uscito da una scatola di Lego!
Gli ombrelli di Istambul sono effettivamente tragicomici ma hanno il loro perché...
RispondiEliminaAh é uscito l'ultimo della Aykol! Saluti
Ciao Beppe! Anche io voglio bene agli ombrellini Istanbuliani :-) Corro a comprare il libro della Aykol!! A presto
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