• Sciogliersi al sole, come le nevi del Kilimangiaro

    In Italia è stato distribuito in sordina, io l'ho appena visto sull'aereo, in volo da Amsterdam a Kuala Lumpur: Les Neiges di Kilimandjaro (le nevi del Kilimanjiaro) è un film bellissimo e speciale, diretto dal regista francese Robert Guédiguian.


    A metà tra una canzone pop e un romanzo popolare, il film racconta con semplicità la storia di una coppia di coniugi di mezza età che subisce un furto, e di come la loro vita - e quella della loro grande famiglia - cambierà per sempre. Di quanto siamo complicati e delicati i rapporti umani, le dinamiche della società in cui viviamo. Chi sono i cattivi, chi i buoni? Quali le eredità umane e ideologiche che ci ha lasciato la passata generazione, quella dei nostri genitori? Che cosa rimane? 

    Resta una grande, struggente umanità. Un gesto generoso con cui salvarsi, per guardare con speranza e felicità al futuro: un sorriso che non si scioglierà al sole, come le nevi del Kilimangiaro. Il titolo richiama l'omonima canzone, celeberrima in Francia, che a sua volta ricorda il titolo di uno dei più bei racconti di Ernest Hemingway.


    Un film che è un poema delicato e fortissimo, ispirato al Poème des pauvre gens di Victor Hugo: perché Guédiguian è un regista sincero e ispirato.

    Sa dirigere i suoi attori di sempre, raccontare una storia come nessun altro. Lavora con loro da trent'anni, sono i suoi amici di una vita. E' nato a Marsiglia ma è di origini armene, come si evince dal cognome: come tutti quelli che finiscono in "ian". Me lo ha raccontato lui stesso, qualche anno fa, quando ho avuto la fortuna di conoscerlo e fargli da interprete durante un festival. 


    Altissimo e ombroso, mi ha raccontato della sua strepitosa prima attrice: sua moglie, Ariane Ascaride. Bellissima, generosa, orgogliosa del suo cognome da trovatella, cresciuta orfana nei sobborghi di Marsiglia, eppure forte come una quercia... Ne parlava con quieta ammirazione, tanto che solo a pensarci mi viene la pelle d'oca. 

    Qui la vedete in Marius et Jeanette (film stupendo con cui ha vinto il premio César, nel 1997) e in Marie-Jo et ses deux amours (2002). Se non li avete visti, non perdeteveli. Guardateli tutti, sono film speciali, veri, vissuti. Guédiguian è un grande maestro del cinema del nostro tempo. Non perdetevi il suo sguardo sul mondo.

  • 2 commenti:

    1. Sindacalista ultracinquantenne della CGT finisce in cassa integrazione e dopo aver subito una rapina comincia a scoprire che il mondo non è come i sindacalisti credono che sia. Seguono tormenti morali e tentativi di ripulirsi la coscienza. Film con spiccata tendenza al patetico, insopportabilmente crescente verso il finale. Personaggio femminile largamente stereotipato. Accostare questo lavoro alle opere di Ken Loach è puro sacrilegio. Unica verosimile morale del film: non fate cuocere le salsicce ai sindacalisti.

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    2. Un film sicuramente patetico, come del resto lo è l'opera di Victor Hugo, cui il film dichiaratamente si ispira. Talvolta anche il patetico ha una sua lirica, una sua delicatezza, una sua ragion d’essere. E il paragone con Ken Loach è azzardato, verissimo.

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