Ecco a voi un po' della mia Ho Chi Minh City, in una gallery di scatti che ho realizzato in collaborazione con SevenDays-in: Attraverso la lente e quel che Elisa vi trovò. In Vietnam.
Ogni settimana aggiorneremo la gallery con nuove fotografie, cercando di descrivere Ho Chi Minh City e il Vietnam, la loro essenza, i colori, le peculiarità. Il progetto prenderà corpo man mano e in maniera più ampia ed entrerà a fare parte di una nuovissima collana digitale e interattiva di Open SevenDays.
Racconteremo una categoria particolare di viaggiatori: gli esploratori contemporanei. Persone che viaggiano con uno spirito d’avventura nuovo (non necessariamente fanno safari o guadano fiumi) e che vivono le grandi metropoli, viaggiano in aereo, cercano lavori sul posto, osservano l’arte e la cultura locali, ma sempre in relazione alle dinamiche del mondo intero. Con macchina fotografica al collo e iPad in borsa.
"Ho Chi Minh City è una città straordinaria ma prima di arrivarci non me la immaginavo così. La pensavo grigia, un po’ seria e molto piovosa. E invece no.
Con la fine delle ultime piogge mi sono ritrovata in un gigantesco acquario pieno di pesci, vibrante di colori, accenti e profumi, in un centro città moderno e luccicante e tra boulevard invasi da migliaia di motorini.
Qui il sole è caldissimo e le persone si vestono con colori sgargianti. La praticità viene prima di tutto: per star comodi e freschi si va in giro in pigiama, sto imparando a farlo anch’io.
Si mangia a tutte le ore, a ogni angolo di strada: nelle trafficate vie del centro e negli ombrosi vicoli della vecchia Saigon non manca mai un piccolo ristorante o un venditore ambulante di fantasiosi generi alimentari. Frutta tropicale, zuppe fumanti, strani frutti di mare: si mangia spesso e si bevono bibite zuccherate, seduti su piccoli sgabelli colorati. C’è una quiete particolare, all’ombra delle palme.
Sotto un tradizionale copricapo si incrociano volti sorridenti e sguardi inquisitivi: i vietnamiti sono gente tutta d’un pezzo, che non conosce la paura – come recita un vecchio adagio locale – abituata a vivere per strada. Così è normale imbattersi in bambini che giocano o leggono un libro sul ciglio di una via trafficatissima, o in un manipolo di compari concentrati in una partita a scacchi di fronte all’uscita di un parcheggio.
Ho la sensazione di non poter catturare a pieno l’essenza del Vietnam, ma di riuscire comunque a viverla: magari sfocata, dilatata, a tratti idealizzata. Nella quiete di un tempio e tra i colori del mercato, io mi sento più viva che mai, mentre un tramonto arancione scende all’improvviso sulle trafficate vie del centro, tra un motorino in corsa e un risciò."
Ogni settimana aggiorneremo la gallery con nuove fotografie, cercando di descrivere Ho Chi Minh City e il Vietnam, la loro essenza, i colori, le peculiarità. Il progetto prenderà corpo man mano e in maniera più ampia ed entrerà a fare parte di una nuovissima collana digitale e interattiva di Open SevenDays.
Racconteremo una categoria particolare di viaggiatori: gli esploratori contemporanei. Persone che viaggiano con uno spirito d’avventura nuovo (non necessariamente fanno safari o guadano fiumi) e che vivono le grandi metropoli, viaggiano in aereo, cercano lavori sul posto, osservano l’arte e la cultura locali, ma sempre in relazione alle dinamiche del mondo intero. Con macchina fotografica al collo e iPad in borsa.
"Ho Chi Minh City è una città straordinaria ma prima di arrivarci non me la immaginavo così. La pensavo grigia, un po’ seria e molto piovosa. E invece no.
Con la fine delle ultime piogge mi sono ritrovata in un gigantesco acquario pieno di pesci, vibrante di colori, accenti e profumi, in un centro città moderno e luccicante e tra boulevard invasi da migliaia di motorini.
Qui il sole è caldissimo e le persone si vestono con colori sgargianti. La praticità viene prima di tutto: per star comodi e freschi si va in giro in pigiama, sto imparando a farlo anch’io.
Si mangia a tutte le ore, a ogni angolo di strada: nelle trafficate vie del centro e negli ombrosi vicoli della vecchia Saigon non manca mai un piccolo ristorante o un venditore ambulante di fantasiosi generi alimentari. Frutta tropicale, zuppe fumanti, strani frutti di mare: si mangia spesso e si bevono bibite zuccherate, seduti su piccoli sgabelli colorati. C’è una quiete particolare, all’ombra delle palme.
Sotto un tradizionale copricapo si incrociano volti sorridenti e sguardi inquisitivi: i vietnamiti sono gente tutta d’un pezzo, che non conosce la paura – come recita un vecchio adagio locale – abituata a vivere per strada. Così è normale imbattersi in bambini che giocano o leggono un libro sul ciglio di una via trafficatissima, o in un manipolo di compari concentrati in una partita a scacchi di fronte all’uscita di un parcheggio.
Ho la sensazione di non poter catturare a pieno l’essenza del Vietnam, ma di riuscire comunque a viverla: magari sfocata, dilatata, a tratti idealizzata. Nella quiete di un tempio e tra i colori del mercato, io mi sento più viva che mai, mentre un tramonto arancione scende all’improvviso sulle trafficate vie del centro, tra un motorino in corsa e un risciò."
E sì, amo questo posto.
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