Sui Colli Piacentini arrivo appena in tempo per la vendemmia, all'inizio di Ottobre. Non c'ero mai stata e non conoscevo nulla di quelle parti: mi aspettavo un paesaggio di colli e declivi, dove si mangia bene, e in effetti è proprio così. Ma è anche molto di più: eccellenze del territorio, tradizioni, sapori da scoprire e un silenzio di quelli che ti rimettono in pace col mondo.
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Alla scoperta dei Colli Piacentini - foto di Elisa Chisana Hoshi |
Scoprire i Colli Piacentini
In una bellissima giornata di sole mi metto in macchina e prendo l'autostrada Torino-Piacenza, in direzione
Vicobarone di Ziano Piacentino, nella bassa
Val Tidone. Dopo circa un'ora e mezza esco dall'autostrada - fidandomi ciecamente di quel che mi racconta il navigatore - e dopo pochi minuti imbocco una via tutta curve che comincia a salire in direzione Ziano, e arrivo in cima a una collina su cui campeggia
un albero solitario. Questo posto è bellissimo.
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Albero solitario a Vicobarone di Ziano Piacentino - foto di Elisa Chisana Hoshi |
Qui mi trovo circondata da dolci declivi e una morbida teoria colline immerse nei colori più caldi: le foglie cominciano ad assumere toni gialli, rossi e arancio, e ci sono migliaia di viti. Davvero: viti ovunque. Ecco, la verità è che io tra le viti e il vino ci sono cresciuta, tra le colline che circondano Torino. Il paese dei miei genitori è a due passi dalla zona vinicola dell'astigiano e le viti ci sono, ma non sono così tante. Qui si parla davvero di migliaia di piante invece, qualcosa che mi ha ricordato molto quello che avevo visto nella
Barossa Valley australiana: sono stupende. Tiro giù il finestrino per fare una foto e mi investe la sorpresa più grande: un profumo inebriante, quello del vino! Durante la vendemmia l'intera campagna è immersa in un aroma pungente di uva e di mosto che comincia a fermentare. Un profumo che sa di autunno e di casa.
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Le millemila viti di Ziano Piacentino - foto di Elisa Chisana Hoshi |
I vini e la coppa piacentina
Scopro che questo tripudio di viti è davvero speciale:
Ziano Piacentino, infatti, è
il paese più vitificato d'Italia. E il vino che si fa da queste parti è tutto
doc: siamo nel cuore della
Via Francigena, una terra di pellegrini, antiche tradizioni e sapori protetti. Praticamente ogni casa ha la sua vigna, e la sua cantina privata per imbottigliare il vino: una tradizione più che radicata nel territorio, parte integrante del suo stesso essere. Il vino di queste parti, poi, è speciale: sono fantastici i
bianchi, come il meraviglioso e aromatico
Ortrugo, che ho assaggiato (servito davvero ad arte, devo dire) nella splendida cornice della
Tenuta Pernice.
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I vini DOC del territorio alla Cascina Pernice - foto di Elisa Chisana Hoshi |
Anche la
Malvasia, e il
Gutturnio, che sono invece
rossi, sono vini tipici di queste colline: l'ideale è accompagnarli con tagliere di
coppa piacentina, che davvero non ha rivali se vi piacciono i salumi. Va bene, parliamo un attimo di coppa: insomma, io la adoro! Per me è davvero uno dei sapori che più incarnano l'anima dei Colli Piacentini e del resto, e questa è un'altra cosa che mi ha davvero stupita, proprio a Ziano c'è la sede di uno dei più grandi salumifici nostrani, il
Salumificio San Carlo. La mia preferita, comunque è la coppa di
Salumi Grossetti, un piccolo ma
storico salumificio artigianale che ho scoperto lungo la strada che conduce a Pianello Val Tidone: in tutta la zona avrete modo di assaggiare affettati da sogno.
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Il meraviglioso antipasto misto dell'Osteria Belvedere a Ziano Piacentino - foto di Elisa Chisana Hoshi |
Eccellenze del territorio
Pianello Val Tidone merita due parole tutte per sé: è un paesino dall'aria tranquilla, ma ha un'anima profondamente artistica. Camminando per le sue vie ho trovato una piacevole atmosfera un po' retrò, insieme a
tante piccole perle (o
tesori, come mi piace chiamarli!) come un balcone in ferro battuto dedicato a Giuseppe Verdi. Ho scoperto che qui lavorano
artisti e fotografi di fama internazionale, e si tengono regolarmente mostre d'arte moderna e contemporanea, con opere come quelle di
Christopher Broadbent che ho avuto il piacere di ammirare esposte nel Municipio locale, insieme ad altre che hanno composto il circuito del
CArD.
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Le "nature morte contemporanee" fotografate da Christopher Broadbent |
Il CArD è una mostra d'arte contemporanea dislocata in diverse location eccellenti, in più parti del territorio: da non perdere è quella dello storico
Castello di Agazzano, proprietà dei Gonzaga e Anguissola Scotti, che per me è stata una delle
scoperte in assoluto più interessanti e inattese di questo territorio.
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Dal Castello di Agazzano - foto di Elisa Chisana Hoshi |
Il Castello di Agazzano
Il castello risale al
13° secolo: è composto da una
rocca - storicamente adibita a fortezza difensiva, dalla pianta tipicamente militare, e da un'ala nata invece per essere abitata, la cosiddetta ala nobile. Ci sono anche delle splendide cantine in cui si produce un
vino pluripremiato, proprio con l'etichetta del castello. Non manca neppure il
fantasma autoctono, che si inscrive nella fiorita
tradizione di fantasmi locali, in pieno stile e spirito
Halloween.
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La Fortezza del Castello di Agazzano - foto di Elisa Chisana Hoshi |
Io mi sono innamorata di queste architetture: in particolar modo, delle stanze decorate con gusto tipicamente settecentesco, con arredi e affreschi che
invitano al viaggio, decorazioni floreali e vista su uno giardino che ha saputo conservare intatto tutto il suo fascino. Ho ammirato soprattutto questo delizioso soffitto con dipinto un delizioso
trompe l'oeil da cielo in una stanza.
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Gli affreschi a tema viaggio del Castello di Agazzano - foto di Elisa Chisana Hoshi |
I
castelli di questa zona sono tantissimi, così come i piccoli
borghi: scorrazzando in auto tra la quiete di queste colline ho avuto più volte l'impressione di varcare una soglia ideale, che rallentasse il tempo e dilatasse lo spazio. Ogni gruppo di casa, ogni castello, ogni paese qui ha una sua personalità. Solo per citarne uno, c'è
Grazzano Visonti, che ospita il
Festival dei gufi, che ha cadenza biennale: il prossimo appuntamento è per settembre 2015. Detto questo, sono luoghi non ancora così conosciuti e visitati: è un vero peccato, perché si sta davvero bene e si mangia divinamente, i prezzi sono onesti, ma non solo. Le persone hanno una sobrietà vera e un senso dell'ospitalità che fa loro onore: in una parola,
questi sono luoghi da scoprire.
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Un brindisi all'Antica Trattoria del Tempio di Vicobarone - foto di Elisa Chisana Hoshi |
Dove dormire e dove mangiare
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Il Podere Casale a Vicobarone: gerani in fiore! - foto di Elisa Chisana Hoshi |
Arrivare qui è semplicissimo: ci troviamo a poco meno di un'ora dagli aeroporti di
Milano Linate,
Milano Malpensa e
Bergamo Orio al Serio. Per dormire da queste parti vi consiglio
l'agriturismo Podere Casale a Vicobarone di Ziano Piacentino, un ottimo punto d'appoggio per visitare la zona dalla primavera all'autunno (durante l'inverno è chiuso). Le stanze sono pulitissime e confortevoli; la mia dava sul giardino panoramico con vista sulle valli circostanti, con una splendida piscina per chi viene d'estate.
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Dal mio balcone al Podere Casale: i gerani rosa e la piscina - foto di Elisa Chisana Hoshi |
Per descrivervi questo luogo vi dirò esattamente quello che d'istinto ho pensato io: è una sorta di
trait d'union tra il Piemonte e la Toscana. Bellissimo, rustico e straordinariamente ospitale, a partire dalla prima colazione!
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La mia stanza al Podere Casale - foto di Elisa Chisana Hoshi |
Per la cena, dato che il Podere Casale non ha un suo ristorante, si va a cena all'
Antica Trattoria del Tempio, che si trova proprio di fianco alla struttura. Io ho preso un menù completo dei sapori del territorio: squisito, e accompagnato dai
vini prodotti proprio nelle vigne del Podere Casale. Provate il
Gutturnio Superiore, che è il vino rosso supertipico di queste parti, sia fermo che frizzante.
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Gnocchi ai funghi e Gutturnio Superiore - foto di Elisa Chisana Hoshi |
Per un pranzo con vista o una cena luculliana - data la generosità delle porzioni - vi consiglio l'
Osteria Belvedere di Ziano Piacentino: ho mangiato davvero benissimo (una menzione speciale va ai
pisarei e faso, una vera delizia locale) e mi sono divertita a bere il vino in tazza, come si usa fare nelle osterie di queste parti.
In taberna cuando sumus!
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In taberna cuando sumus! - foto di Elisa Chisana Hoshi |
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